martedì 3 novembre 2015

IL RAZZISMO ANTIMERIDIONALE E ANTIPARTENOPEO ESISTE, RIEMERGE CON TENACIA COME UN FIUME CARSICO E, INSPIEGABILMENTE, NON VIENE SANZIONATO COME SE APPARTENESSE ALL'ORDINE NATURALE DELLE COSE.

DALLA PSEUDOUNITA' D' ITALIA AD OGGI I POPOLI MERIDIONALI, E I NAPOLETANI IN PARTICOLARE, SI TROVANO SOTTO ATTACCO COSTANTE DA PARTE DEI MEDIA SOBILLATORI, DEI POLITICI DEMAGOGHI DEL NORD E DEL SUD, DEGLI ACCADEMICI "POLITICALLY CORRECT" NELLA FORMA MA MOLTO "INCORRECT" NELLA SOSTANZA, DEGLI STORICI  AFFILIATI ALLO STATUS QUO ANTE OVVERO OTTOCENTESCO.
di Antonio Tortora
Ricordate questo cartello? Disonore dell'Italia razzista
Abbiamo saputo della bagarre scatenatasi, un paio di sere fa, nel corso di un programma inguardabile e inascoltabile "L'Arena", andato in onda su Rai 1 e non ci siamo certamente meravigliati di quanto abbiano affermato, con veemenza e iracondia, il conduttore della trasmissione Massimo Giletti e il legaiolo di infimo livello Matteo Salvini. Il copione, ben studiato e riproposto di continuo, è sempre lo stesso e l'gnobile repertorio antipartenopeo, stantio e nauseabondo, è sempre conforme a un pensiero dominante dai contenuti segregazionisti e intolleranti. Ma di questi tempi tira un'aria nuova e le offese non vengono più tollerate anche se, presenti alla trasmissione Rita dalla Chiesa nativa di Casoria, Alessia Rotta deputata del PD nata in uno sperduto e sconosciuto paesino veneto, Carlo Iannello consigliere comunale napoletano di Ricostruzione Democratica, non hanno speso una parola per tentare di bloccare la macchina del fango ormai lanciata a pieno regime.
C'è stata una vera e propria sommosa  estesa a tutto il web e i social brulicano di giuste e sacrosante critiche  contro l'ennesimo festival del luogo comune a tal punto da obbligare alcuni media a trattare l'argomento. Pare sia stata qualche osservazione del consigliere comunale socialista Antonio Crocetta a mandare su tutte le furie il Giletti che, da buon torinese e ritenendosi di schiatta superiore e di discendenza nobile, ha cominciato a sfoderare un armamentario antistorico e inconsistente. Gli argomenti trattati non li vogliamo neanche accennare perchè il cittadino medio già li conosce molto bene: immondizia, sporcizia, camorra e quant'altro. Ma con gli scandali romani di Mafia Capitale, gli scandali milanesi delle truffe all'Expo e all'ospedale San Raffaele, le mazzette del Mose (opera grandiosa di ingegneria idraulica) a Venezia, gli esami truccati all'Università di Padova e un'infinità di altri episodi criminosi disseminati in maniera calibrata e uniforme su tutto il territorio nazionale, proprio non capiamo perchè, gira e rigira, sempre contro Napoli si deve inveire. A chi fa paura la nostra città?
Il torinese Giletti poi per argomentare che la Rai fa un lavoro "straordinario" cita i film e le fiction dedicati dall'elefantiaco ente ai "problemi della camorra" dimenticando che si tratta di televisione spazzatura dove l'esagerazione, l'amplificazione e la superfetazione di determinati fenomeni contribuisce solo a condannare un intero popolo dalla cultura e dalla storia plurimillenaria piuttosto che alla risoluzione di problemi che, peraltro, nascono e si consolidano con l'Unità d'Italia.

Massimo Giletti in una dlele sue sfuriate antimeridionali
Appare naturale, e per questo non è strettamente necessario avere conoscenze giuridiche approfondite, che tutta una serie di opinioni espresse contro il Sud, il Mezzogiorno d'Italia e i napoletani abbiano un contenuto razzista e fortemente discriminatorio vietato esplicitamente dal dettato costituzionale. Infatti l'articolo 3 della Costituzione recita al primo capoverso: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Certo, contrariamente a quanto disposto dal secondo capoverso la Repubblica non ha minimamente rimosso gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini favorendo, di fatto, una sorta di discriminazione "interna" ma questa è un'altra storia, certamente da rivedere, fino a quando la Costituzione rimarrà l'unica e principale fonte del diritto dello Stato italiano. 
Proprio non si capisce per quale ragione chi ha un atteggiamento xenofobo viene duramente sanzionato pertanto i media, ma anche i privati, si guardano bene dall'assumere tale atteggiamento mentre chi si scatena indegnamente contro i napoletani e la illustrissima città da essi abitata da migliaia di anni, non incorre in alcuna pena. Proprio non si capisce anche se, in questo caso, Roberto Fico, presidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai, sta valutando di portare all'attenzione del direttore di Rai 1 un'interrogazione che possa fare chiarezza sull'accaduto.
”Giletti non è nuovo a queste modalità di conduzione: se non è d’accordo su un tema perde il lume della ragione e sbraita contro tutto e tutti". - ha detto Roberto Fico - "A me non sembra un segnale di dignità per la televisione pubblica. È almeno la terza volta che sul tavolo della commissione arriva questa lamentela. Quanto a Napoli, ha anche centinaia di lati positivi e io voglio che vengano giustamente valorizzati”. Ma per noi questo non è sufficiente, occorre qualcosa di più. Anche Matteo Salvini si è prodigato, da legaiolo è comprensibile ma non giustificabile, a elargire perle di luoghi comuni: a Napoli ci sarebbe l'emergenza rifiuti, ci sarebbero le case occupate dalla camorra, non si pagherebbero le multe automobilistiche, sarebbe la capitale europea delle truffe sui falsi incidenti d'auto. Forse lui dimentica, ma sa benissimo, che l'emergenza rifiuti non esiste più, cosa verificata da me personalmente che sono un assiduo camminatore e percorro la città in lungo e in largo e non vedo cumuli di monnezza da anni. Forse lui dimentica che le case occupate ci sono in tutta Italia e a Milano e in altre città del nord costituiscono un grave problema di ordine pubblico. Forse lui dimentica che le multe vengono tutte pagate perchè i sistemi di rilevamento elettronico sono infallibili ma anche truccati (e dunque ingiusti e si manifestano come un intollerabile abuso rastrellasoldi) e le centrali della frode telematica sono tutte collocabili nel nord Italia come i periodici scandali dimostrano, soprattutto nel Veneto. Forse lui dimentica che le truffe sui falsi incidenti d'auto sono quasi del tutto scomparse e quando c'erano furono scoperte e vennero decapitati tutti gli ispettorati sinistri delle maggiori assicurazioni che, guarda caso, avevano ed hanno i loro uffici principali al nord e che dunque gran parte dell'illecito profitto raggiungeva le città dove il suo partito domina.




Questo era il razzismo scientifico positivista ed eugenetico antimeridionale italiano nell'800 - Questi erano, sono e saranno i nostri fratelli?
 Il razzismo antimeridionale ha radici storiche lontane e merita di essere studiato perchè altrimenti non risulta possibile comprendere adegauatamente l'estensione e la profondità del fenomeno che i nostri governi, da sempre, tollerano e in alcuni casi sponsorizzano in maniera talvolta palese e talvolta surrettizzia. Dalle infami pubblicazioni del criminologo ottocentesco veronese Cesare Lombroso che associò determinate caratteristiche fisiche dei meridionali all'indole criminale alle teorie dell'emiliano Luigi Pigorini e del messinese Giuseppe Sergi; dal siciliano Alfredo Niceforo che osò scrivere rinnegando le sue stesse origini: "La razza maledetta, che popola tutta la Sardegna, la Sicilia e il mezzogiorno d'Italia dovrebbe essere trattata ugualmente col ferro e col fuoco - dannata alla morte come le razze inferiori dell'Africa, dell'Australia, ecc." al mantovano Enrico Ferri che vide origini celtiche dove non sono mai esistite; dallo storico porticese Guglielmo Ferrero al politico e geografo cremonese Arcangelo Ghisleri. Inoltre nel 1876 le tesi razziste furono pienamente riconosciute dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulla Sicilia che concluse "la Sicilia s'avvicina forse più che qualunque altra parte d'Europa alle infuocate arene della Nubia; inSicilia v'è sangue caldo, volontà imperiosa, commozione d'animo rapida e violenta".

Questo è il sostrato culturale su cui nasce l'Italia (abbinato al colonialismo sabaudo fonte di tutti i mali italiani) ed è per tale ragione che in altri nostri articoli abbiamo sostenuto che l'Italia e gli italiani non esistono nè come nazione nè come popolo. Questa è la vera radice del pensiero antimeridionale nato, allevato e incrementato, come in un big bang razzistico ideologico, su tutto il nostro territorio nazionale e non deve meravigliare se molti studiosi citati sono meridionali; infatti essi furono talmente presi dalle novità post-unitarie, dal sistema di teorie del razzismo scientifico internazionale, dal positivismo acritico e dogmatico dilagante, che non poterono fare a meno dal costituire la quinta colonna "culturale" dell'ideale unitario. Inoltre è bene dire che furono tutti premiati dalla nuovo che avanzava (purtroppo per noi) con ricche prebende, diventarono professori universitari se non lo erano già, senatori e deputati  del Regno, ottennero ottime pensioni e onorificenze molto rare a quei tempi. Insomma furono ben pagati per l'opera prestata. Oggi alcuni di questi loschi e perversi personaggi ancora sono letti e studiati. In un'epoca in cui non si fa altro che parlare di lotta al razzismo i principi razzisti ottocenteschi ancora sono innervati stabilmente nella mente delle persone meno consapevoli e si nascondono in una sequela infinita di maledetti pregiudizi e assurdi luoghi comuni ripetuti da gente che non ha la più pallida idea di quello che dice.

 
Calchi esposti nel Museo Cesare Lombroso: E' vera scienza o razzismo positivistico?


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