domenica 27 settembre 2015

E' ALLARMISMO O REALISMO RIFLETTERE IN MANIERA COSTRUTTIVA SUGLI SVILUPPI BELLICI IN SIRIA E IN IRAQ A FRONTE DEL PROGETTO DI BAQIYA WA TATAMADDAD "CONSOLIDAMENTO ED ESPANSIONE" PORTATO AVANTI SENZA SOSTA DALLO STATO ISLAMICO (AD-DAWLA AL-ISLAMIYYA) MEGLIO CONOSCIUTO COME IS O ISIS ALL' INDOMANI DELLA BATTAGLIA DI ALEPPO E DELL'ASSEDIO DI KOBANE? PENSIAMO CHE SIA UNA BELLA DOMANDA A CUI BISOGNERA' DARE UNA RISPOSTA VELOCE E DECISA

"Quanto tempo passerà prima che inizieranno a fare saltare le nostre chiese? Ve lo siete mai chiesti o, in nome dello stato laico, è un problema solo dei cattolici? E’ solo un fattore probabilistico, prima o poi qualche pazzo lo farà. E poi cosa faremo? Chiederemo agli USA di lanciare qualche caccia? (Franco Iacch)

Ecco una domanda davvero attuale e interessante che l'analista di "Difesa Online" Franco Iacch (accreditato con il Ministero della Difesa dal 2007 e con la Nato dal 2011) ci pone nell'articolo riportato qui di seguito con drammatica chiarezza. Essa è destinata a far riflettere molto velocemente, nel nostro Paese, i decisori appartenenti a una classe politica debole e inetta e le menti pensanti di una società civile che è troppo preoccupata del raggiungimento ad ogni costo delle proprie mete edonistiche e consumistiche piuttosto che rendersi conto che il pericolo, quello vero e micidiale, si avvicina e bussa alle nostre porte oggi con una immigrazione incontrollata di portata planetaria provocata ad arte dagli architetti del Nuovo Ordine Mondiale, domani con azioni di terrorismo attraverso quella tecnica strategica che due colonnelli superiori dell’Aeronautica cinese, Qiao Liang e Wang Xiangsui, hanno definito "Guerra senza limiti. L’arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione". Infatti in un libro che porta proprio questo titolo ed è stato pubblicato qualche anno fa a loro firma congiunta essi dimostrano che “la guerra non è nemmeno più guerra”, quanto piuttosto uno scontrarsi in “campi” diversissimi: nel mondo della comunicazione attraverso l’uso di Internet, o fronteggiandosi culturalmente attraverso i nuovi mass media, attaccare e difendersi in transazioni di cambio a termine. I due Autori proseguono descrivendo tutta una serie di realtà che fino ad oggi non sono mai state considerate come “guerra”. Tutto ciò si legge sulle pagine telematiche di Gnosis Rivista italiana di intelligence Per Aspera Ad Veritatem n.24 e se poi appare addirittura preveggente, afferma il Generale Mini “è soltanto perché in Occidente si è stati abbastanza ciechi e sordi da non vedere e sentire i segnali che il mondo orientale ci mandava”. 
 
Spetsnaz in azione


SIRIA, ISIS: "CHE DIO POSSA AVERE PIETA' DI VOI, GLI SPECNAZ ( SPETSNAZ traslitterazione anglosassone n.d.r.) NON NE AVRANNO"
(di Franco Iacch)
25/09/15

Mosca ha schierato in Siria un gruppo d’assalto Specnaz (a noi piace usare la traslitterazione dal cirillico) già entrato in azione. Il rischieramento (da noi anticipato in tempi non sospetti) è stato ormai confermato. I media russi, proprio in queste ore, non fanno altro che esaltare le cinque armi più potenti che l’Isis dovrebbe temere: tra queste ci sono proprio gli Specnaz.
I terroristi hanno seminato vento per troppo tempo compiendo ogni genere di efferatezza ed atrocità, convinti di essere protetti dalla Comunità internazionale sempre più incapace di reagire e da quel perbenismo occidentale che si indigna ed apre le braccia. Quella debolezza che nasconde, in realtà, un’incapacità di fondo nell’affrontare l’infimo livello dei terroristi. Perché non si possono sempre girare gli occhi, spegnere la tv o pensare che tutto quello che sta accadendo non possa avvenire anche da noi.
Quanto tempo passerà prima che inizieranno a fare saltare le nostre chiese? Ve lo siete mai chiesti o, in nome dello stato laico, è un problema solo dei cattolici? E’ solo un fattore probabilistico, prima o poi qualche pazzo lo farà. E poi cosa faremo? Chiederemo agli USA di lanciare qualche caccia? Ed i cattolici, praticanti o no, dovranno guardare impotenti ciò che sta avvenendo, reprimendo quella rabbia di giustizia che pervade le membra mentre assistono all’ennesimo stupro di gruppo?
L’Occidente, quella cultura occidentale (e di riflesso italiana) impone una tolleranza: una lunga coperta tessuta con debolezza. Siamo in guerra contro lo Stato islamico. In guerra. Ed al di là di quanto si possa affermare, a poche migliaia di chilometri si stanno compiendo delle barbarie in nome di una perversa interpretazione della religione. Ed oggi, l’Occidente, assiste impotente ad un’altra guerra dove in campo sono scesi i russi.
Sarebbe opportuno raccontare un aneddoto sugli specnaz. Sono macchine da guerra addestrate a vincere o morire nel tentativo di portare a termine la missione. Le munizioni da guerra, durante l’intero addestramento, sono utilizzate fin da subito e gli incidenti, anche quelli mortali, sono considerati accettabili. Soltanto tra gli ufficiali è usata la parola “Specnaz”: questi ricevono un addestramento suppletivo di altri quattro anni. Tutti gli Specnaz ricevono il simbolo non ufficiale del lupo: i lupi cacciano in branchi e sconfiggono prede più grandi di loro, causando il massimo danno. Certo, l’Occidente è ben consapevole di ciò che sono in grado di fare i Seal americani o gli elementi della SAS inglese. Ma per gli Specnaz, il discorso è diverso.
“Il terrore dei terroristi” titolano in Russia. E forse è proprio così perché nell’élite dei militari russi, portare a termine l’obiettivo è più importante degli effetti collaterali. I terroristi dell’Isis, tra questi molti ceceni che ben conoscono di cosa sono capaci i russi, stanno per affrontare qualcosa di mai visto in battaglia. Stiamo parlando di ferocia associata ad asimmetria purissima, forse nel suo punto più alto e per certi versi più terrificante. E, spiace dirlo, contro i mostri dell’Isis, non potevano essere schierati che elementi del genere. Lo sa Putin, lo sanno i russi e lo sanno gli americani.
Ma davvero qualcuno pensava che gli Stati Uniti si lanciassero in un altro Vietnam? Anche i soldati americani sono “figli di mamma” sapete e non possiamo delegare loro ogni nemico del mondo. Basta scorrere sui canali social gestiti dagli americani per notare una sfilza infinita di lapidi: ragazzi morti in battaglia per popoli che non smetteranno mai di odiarli. Odio, componente essenziale di alcune culture.
Dire in Italia “odio un terrorista” provocherebbe sdegno. Dirlo negli Stati Uniti è patriottismo. Non si poteva chiedere loro di sacrificarsi anche per la Siria anche se è stato fatto. Ed ecco che nello scacchiere politico internazionale, la Russia si erge a paladina (al di là dei reali interessi) del mondo libero. Putin non ha bisogno di nessuno per dichiarare guerra allo Stato islamico. In Siria continua ad ammassare truppe. E’ padrone dell’aria, è protetto dal mare e dispone di quattro basi fortificate (ne disporrà di altre a breve). E nei prossimi giorni, andrà sempre peggio per i terroristi. La loro retorica non li proteggerà dai russi.
E’ curioso notare come i media russi stiano appoggiando in toto la missione in Siria e che i terroristi del mondo, tranne qualche gruppo in cerca di notorietà, stiano ancora in silenzio sui loro account social, sempre attivi nel pubblicare qualche decapitazione.
Storpiando una frase tanto in voga negli States: “Che Dio possa avere pietà di loro, gli Specnaz non ne avranno”. Ed anche questa volta, l’Occidente sarà salvo.
(foto: MoD Fed. russa / slider-Sputnik)
 Fonte: http://www.difesaonline.it/evidenza/editoriale/siria-isis-che-dio-possa-avere-piet%C3%A0-di-voi-gli-specnaz-non-ne-avranno


           Il nostro nome è Specnaz - Documentario sui reparti speciali russi (sottotitoli in italiano)
                                                          Tratto da  Millennium Channel

Per saperne di più sull'ISIS, anche da un punto di vista psicologico e criminologico, e per cercare di comprendere perchè tanti giovani partono dall'occidente per arruolarsi nei reparti militari del Califfato, i cosiddetti  foreign fighters, vedi lo studio realizzato dall' International Crime Analysis Association e pubblicato sul nostro sito professionale: http://antoniotortora.blogspot.it/2015/03/e-vero-ci-occupiamo-di-napoli-e-di.html 

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