lunedì 22 dicembre 2014

Reperti litici e ricostruzioni di manufatti neolitici raccolti da Antonio Tortora ed esposti al Museo di Antropologia

Reperti litici e ricostruzioni di manufatti neolitici realizzati a scopo didattico, ceduti dalla collezione privata di Antonio Tortora, catalogati ed esposti presso il Museo di Antropologia di Napoli in via Mezzocannone 8
Si tratta prevalentemente di noduli e schegge di selce grigia provenienti da selcifere del Gargano (Fg), ovvero da un esteso territorio fra Vieste e Peschici ma anche più a sud, laddove tali miniere erano già rinomate in epoca neolitica. La Defensola era la più famosa d'Europa ma anche i siti minerari di San Marco e Arciprete presso Vieste, di Cruci vicino Peschici e di località Principe nelle vicinanze di Mattinata erano molto sfruttati dagli esperti escavatori neolitici.
Anni fa la ricerca faticosa, sotto il bollente sole garganico, ma appassionante per l'intuito con cui é stata condotta, ha dato i suoi frutti e pezzi naturali davvero belli e oggetti costruiti da abili mani ancestrali sono conservati per essere studiati dagli esperti, per essere ammirati dai visitatori occasionali. 
Chi si interessa di tutte le manifestazioni dell'evoluzione umana, compreso il gusto per la lettura, la ricerca e l'esotico, può essere definito un antropologo amateur; pertanto pur da semplice autodidatta, ovvero senza preparazione accademica e formale ma seguendo semplicemente l'istinto, si può dare un modesto contributo a quella passione collettiva che ha consentito all'uomo di spiegare l'evoluzione umana. 
La nostra affermazione viene corroborata, ad esempio, dall'esploratore J.P.Mills, che era un profondo conoscitore della popolazione Nagas del nord-est dell'India, in "Anthropology as a hobby" pubblicato nel lontano 1952 ma attualissimo tenuto conto del nostro particolare punto di vista. Viene inoltre avvalorata da E.B.Tylor che insegnò da una cattedra di Antropologia pur essendo un semplice operaio fonditore nell'azienda paterna; da H.Schlieman che era un semplice commerciante, senza alcuna formazione accademica, cui però si deve tutto quanto si sa di storia anatolica; da Pitt Rivers il cui ritratto dovrebbe campeggiare in ogni museo che si rispetti visto che diventò il padre della scienza museale pur essendo un semplice militare di carriera; di E.Dubois che scoprì l'Homo Erectus ed era un semplice medico. Insomma vogliamo dire che la curiosità é alla base di tutte le forme di conoscenza e il curioso é, per definizione, un "antropologo honoris causa". 
Quando qualche nostro concittadino cerca qualcosa e i tanti perchè non sempre ben chiari, indipendentemente dal risultato della ricerca, scopre di avere la vocazione dell'Homo Partenopeus che costantemente pensa: "humani nihil a me alienum puto" e non dimentichiamo mai che proprio a Napoli, fra il cinquecento e l'ottocento, prosperarono circa 220 Accademie sorte spontaneamente e ad opera di grandi ingegni, e fra queste, nella prima metà del seicento, l'Accademia dei Curiosi. Essa è annoverata solo al cinquantaseiesimo posto in un elenco proposto da Paolo Izzo nel volume "Le uova dell'Angelo", per Stamperia del Valentino, dove si parla guarda caso proprio delle Accademie e degli Accademici a Napoli dalle origini al secolo dei Lumi.

Per saperne un pò di più sulla selce garganica:
https://www.academia.edu/5211573/MIniere_del_Gargano_Arch._Viva


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